venerdì 26 agosto 2011

Tempi irregolari al festival di Medana



Quest'anno la Tempi irregolari ha affiancato l'editore Sanje, di cui è agente, nell'organizzazione del festival letterario di Medana (22-28 agosto), sul carso sloveno goriziano.
Il festival è nato dieci anni fa come festival della poesia e del vino, scegliendo come location Medana in quanto luogo di nascita del poeta e traduttore (tradusse dall'italiano Dante e i principali lirici italiani) novecentesco Alojz Gradnik. Il festival è stato ideato, dunque, con la volontà di valorizzare il territorio come luogo di poesia (molte poesie di Gradnik hanno come protagonista proprio questi magnifici scorci collinari).
Dallo scorso anno l'organizzazione è stata rilevata da Rok Zavrtanik, proprietario della casa editrice slovena SANJE, che ha voluto farne un luogo d'incontro tra letteratura e musica.
Vengono infatti ospitati noti musicisti e i principali autori di prosa e poesia sloveni (quest'anno sono stati ospiti Boris Pahor e il poeta Miroslav Košuta introdotti dalla studiosa Tatjana Rojc), ma dal prossimo anno la prospettiva diverrà internazionale. E' prevista la partecipazione del famoso scrittore turco Ohran Pamuck e, con il supporto della nostra agenzia, di importanti scrittori italiani.


Il festival ha dato spazio anche a laboratori per bambini e a una mostra di Vesna Fabjančič Rustja un'artista e illustratrice colpita da sclerosi multipla patrocinata da Barbara Miklič Türk, moglie del presidente della repubblica slovena.

Ospiti d'onore della serata di Martedì 23 sono stati lo scrittore Boris Pahor e il poeta Miroslav  Košuta, vincitore del premio Prešeren 2011 (massimo riconoscimento sloveno in campo culturale). Alla presentazione di Kosuta ha fatto seguito una performance dellla band di Zlatko Kaučič che ha dedicato dei brani a Miroslav Košuta sottolineando così il profondo legame tra musica e linguaggio poetico.

Il fil rouge della serata sono stati dei versi del poeta Kosovel, letti dalla direttrice artistica del festival, la poetessa Tjaša Koprivec, editor presso Sanje.

L’incontro della Prof.ssa Rojc con BorisPahor ha avuto come centro l’esperienza autobiografica e l’internamento nel lager degli oppositori al regime che ha prodotto durante la seconda guerra tre milioni e mezzo di morti. Come unica salvezza possibile dopo aver subito gli orrori peggiori, la parola come catarsi di un individuo e una comunità tacciata di lingua proibita.

Con  Košuta si è parlato della sua poesia che costituisce l’albero della vita, accanto al tema della morte che l’autore esplica attraverso metafore metafisiche come il tavolo o la finestra.  L’albero della vita è anche il titolo dell’ultima silloge poetica di Košuta, con prefazione di Tatjana Rojc, dalla quale l’autore ha letto alcune poesie.

Ha introdotto la serata con Košuta una breve riflessione dello studioso Eugen Bavčar che ha ricordato il poeta Gravnik, conosciuto personalmente.

Colpisce il profondo rapporto d'amore tra la nazione slovena e i suoi poeti e la poesia in generale, una musa dalle nostre parti piuttosto bistrattata e ingiustamente trascurata.

Il nostro addetto ai foreign rights Stefano Bisacchi con Boris Pahor e Miroslav Košuta

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