giovedì 15 marzo 2012

Angelo o demone? Liliana Marchesi recensisce "Il bacio dell'angelo caduto" di Becca Fitzpatrick


Apre da questa settimana la rubrica di recensioni dedicata al fantasy della scrittrice YA Liliana Marchesi, grande appassionata ed esperta conoscitrice del genere. Seguendo il suo gusto e le sue emozioni vi consiglierà ciò che più l'ha colpita nel panorama editoriale... ma prepariamoci anche a qualche bacchettata!
Questa settimana ci propone "Il bacio dell'angelo caduto" di Becca Fitzpatrick (Piemme).


Se dico la parola “Angelo” cosa vi viene in mente? Se la vostra risposta è uno spirito divino con boccoli dorati e ali bianche e soffici, significa che non avete letto il fantastico romanzo d’esordio dell’autrice statunitense Becca Fitzpatrick.
Pubblicato in Italia nel 2010 dalla casa editrice Piemme, “Il bacio dell’angelo caduto” è il primo capitolo di una trilogia emozionante, in cui la parola Angelo è a un soffio dal divenire sinonimo di Demone. Nora Grey ha alle spalle un passato drammatico caratterizzato da alcuni angoli bui, ma ciò nonostante prosegue la sua vita concentrandosi nello studio. Almeno sino all’arrivo di Patch, il suo nuovo compagno di banco a biologia. Patch è il classico ragazzaccio dal quale è meglio stare alla larga. Uno come lui porta solo guai, eppure, malgrado Nora sia sempre stata una ragazza attenta e senza troppi grilli per la testa, non riesce ad opporsi a quell’insolita e improvvisa attrazione che prova nei confronti del suo nuovo compagno. Presto le circostanze porteranno Nora e Patch ad avvicinarsi sempre di più, complice anche il fatto che Patch ha uno scopo ben preciso; uno scopo che coinvolge Nora in prima persona. Se il passato di Nora è stato duro e a tratti inspiegabile, il suo futuro sarà anche peggio. Pericoloso, misterioso, sfuggente e inesorabile sarà il destino che l’attende. All’inseguimento della verità, lottando per un amore impossibile.
Becca Fitzpatrick ha saputo dar voce ai propri personaggi, sguinzagliando le loro emozioni fra le pagine di questo romanzo. Emozioni forti e coinvolgenti che vi terranno con il fiato sospeso fino all’ultima riga.
E quando avrete letto questo romanzo, vi posso assicurare che la vostra idea di Angelo cambierà per sempre.




Liliana Marchesi

mercoledì 14 marzo 2012

A chi legge con preghiera di inoltrare anche a chi non legge, affinché qui vi si legga.

Riceviamo – io in particolar modo, poi, che sono qui il più irascibile – sempre più numerose mail di cui cito testualmente due esempi magistrali

1.  Salve dove posso mandare il mio manoscritto? grazie e arrivederci=)

NDR: la firma non è stata omessa, semplicemente non c’era, come pure l’introduzione. La mail era un palese nikname.

2.  Ecco a Voi il mio cv di lettrice.

NDR. La firma è stata omessa, le altre parti no: erano state ritenute superflue dalla mittente.

Per quale motivo, mi chiedo e lo chiedo a voi, dovrei perdere il mio tempo a leggere un qualunque testo – letterario, saggio, articolo o CV – di qualcuno che non trova neppure il tempo per scrivere nel testo di una mail: “Buongiorno, mi chiamo Ugo Foscolo gradirei sapere / inviarvi/rendervi noto …. Saluti.”  Anche se non sono cordiali ve bene lo stesso, ed anche se non  sono distinti, cari, ma via … almeno saluti! Io saluto il mio cane e il mio coniglio prima di uscire di casa! Anche mia moglie, persino dopo averci litigato, magari indirizzandola a quel celebre paese, ma un a saluto lo si fa sempre. Non state scrivendo un blog, e se anche fosse, davvero non riuscite a scrivere nulla di più di quanto riportato integralmente sopra? E ho citato solo due esempi, ricevuti oggi a breve distanza l’uno dall’altro. E poi perché mai “arrivedercise mai ci si siamo incontrati ed a quale scopo dovrei rivedervi se non siete in grado di profferire più di 10 parole?
In epoca di indignati mi indigno anche io: siate educati anche nelle mail, tanto più se è la prima che inviate quella con cui vi presentate … non fatemi un romanzo che mi incavolerei comunque, ma qualcosa che mi almeno mi faccia dire “Oh guarda che persona a modo e cortese. Vediamo se la sua opera ed il suo CV valgono il contenuto di tanta educazione”.

Saluti cordiali, distinti e cari

FIRMATO Stefano Bisacchi

lunedì 5 marzo 2012

I libri e l'arte del sopravvivere di Luigi Traverso

L'attuale disgraziata situazione economica ha creato un tale disagio nelle famiglie italiane che i tagli al superfluo, ma anche al necessario, in taluni casi sono diventati la realtà quotidiana.
Troppo spesso ci imbattiamo in negozi vuoti, carrelli al supermercato sempre meno riempiti, esercizi che chiudono o che provano a stare in piedi con voli di fantasia estremamente audaci.

Questo è il percorso cui ci ha portato lo scriteriato comportamento della Finanza allegra che ha ucciso il potere d'acquisto prima e il risparmio poi, di milioni di famiglie italiane.

Ma non vorrei soffermarmi sulle cause della crisi ormai chiare a tutti, quanto piuttosto a ciò che, in questo momento, si deve continuare a salvare nell'arte dell'arrangiarsi del consumatore italiano del 2012.

Il cibo? per forza. Magari mangiare un po' meno ma più sano, ottimo esercizio per il nostro povero fisico martoriato da ormoni, estrogeni, additivi, ecc.

L'abbigliamento? Solo il necessario, ritornando al concetto abbandonato da tempo del rapporto qualità-prezzo, l'unica carta ancora in mano al consumatore di oggi.

L'elettronica? Vale quanto sopra detto per l'abbigliamento, rinunciando a ricreare nelle camere da letto l'emulazione della sala controllo della NASA.

La cultura? Eccoci arrivati allo spinoso problema. Dobbiamo fare come i governi recenti e considerare teatro, cinema e letteratura come inutili e dannose distorsioni della mente e del portafoglio, da tagliare immediatamente per goderci, al massimo, quelle 12/18 ore quotidiane di passività legate a TV e computer?

Io credo che valga la pena soffermarsi un attimo su questo discorso. E' giusto cassare dal carrello della spesa i libri o dal carrello virtuale di Internet i ticket degli spettacoli?

Persino nell'Inghilterra elisabettiana, dove i poveri erano tanti (e lo erano davvero tanto) e gli ignoranti (quelli veri in quanto non scolasticamente supportati e non quelli di oggi in quanto cerebralmente non supportati) anche di più, i testi shakespaeriani e le loro traduzioni teatrali erano seguitissimi e apprezzati da tutti. Persino nella Cuba castrista di oggi, ai poveracci che per un dollaro al giorno lavorano moltissime ore nel caldo e nell'umidità delle fabbriche di tabacco. viene disposto un servizio di lettori che mitiga la noia attraverso la lettura di classici. E anche nella Francia delle tricotoeuse si alternavano decapitazioni di nobili politici alla lettura degli illuministi. Non so cosa accadrà a Cuba e neanche ai nostri nobili politici ma, senz'altro, l'Inghilterra elisabettiana e la Francia rivoluzionaria hanno regalato ai nostri tempi un mondo migliore.

Non esiste crisi e non esiste via d'uscita alla stessa che non passi attraverso la rivisitazione del passato e del presente con la conoscenza che deriva dai libri e dalla cultura in generale (ma cosa è un'opera teatrale o un film se non la rappresentazione di qualcosa di scritto prima?). Consiglio in tal senso la lettura di "Sopravvivere alle crisi" di Jacques Attali.

Il nostro futuro è abbastanza scritto, si dibatterà tra decrescita felice, ritorno all'economia di produzione e di distribuzione localizzate, abbandono dell'Euro oppure fortificazione politica dell'Unione Europea, economia low cost e via discorrendo. Ma come potremo scegliere la strada giusta e soprattutto il nuovo sistema sociale ed etico (dopo i fallimenti successivi di comunismo e capitalismo) senza la giusta dose di conoscenza? Senza esserci confrontati con saggi, romanzi, poesie, opere teatrali e film che sappiano interpretare nel bene e nel male quello che ci succede intorno? Pensate bastino i programmi contenitore e quelli spazzatura della TV? Oppure i mirabolanti virtual reality games di Nintendo e Sony?

Care famiglie italiane, nel misero budget che tasse e prezzi indecenti ci consentono, grattando il fondo del barile e se proprio non resta più nulla rivolgendosi alle tante biblioteche civiche, lasciate spazio per il cibo della conoscenza. Tanto tempo fa si diceva che fosse la mela. Nel carrello, un libro, non occupa un posto maggiore di mezzo chilo di mele... e in questo momento non è lo spazio nel carrello a mancare.

Luigi Traverso