lunedì 5 marzo 2012

I libri e l'arte del sopravvivere di Luigi Traverso

L'attuale disgraziata situazione economica ha creato un tale disagio nelle famiglie italiane che i tagli al superfluo, ma anche al necessario, in taluni casi sono diventati la realtà quotidiana.
Troppo spesso ci imbattiamo in negozi vuoti, carrelli al supermercato sempre meno riempiti, esercizi che chiudono o che provano a stare in piedi con voli di fantasia estremamente audaci.

Questo è il percorso cui ci ha portato lo scriteriato comportamento della Finanza allegra che ha ucciso il potere d'acquisto prima e il risparmio poi, di milioni di famiglie italiane.

Ma non vorrei soffermarmi sulle cause della crisi ormai chiare a tutti, quanto piuttosto a ciò che, in questo momento, si deve continuare a salvare nell'arte dell'arrangiarsi del consumatore italiano del 2012.

Il cibo? per forza. Magari mangiare un po' meno ma più sano, ottimo esercizio per il nostro povero fisico martoriato da ormoni, estrogeni, additivi, ecc.

L'abbigliamento? Solo il necessario, ritornando al concetto abbandonato da tempo del rapporto qualità-prezzo, l'unica carta ancora in mano al consumatore di oggi.

L'elettronica? Vale quanto sopra detto per l'abbigliamento, rinunciando a ricreare nelle camere da letto l'emulazione della sala controllo della NASA.

La cultura? Eccoci arrivati allo spinoso problema. Dobbiamo fare come i governi recenti e considerare teatro, cinema e letteratura come inutili e dannose distorsioni della mente e del portafoglio, da tagliare immediatamente per goderci, al massimo, quelle 12/18 ore quotidiane di passività legate a TV e computer?

Io credo che valga la pena soffermarsi un attimo su questo discorso. E' giusto cassare dal carrello della spesa i libri o dal carrello virtuale di Internet i ticket degli spettacoli?

Persino nell'Inghilterra elisabettiana, dove i poveri erano tanti (e lo erano davvero tanto) e gli ignoranti (quelli veri in quanto non scolasticamente supportati e non quelli di oggi in quanto cerebralmente non supportati) anche di più, i testi shakespaeriani e le loro traduzioni teatrali erano seguitissimi e apprezzati da tutti. Persino nella Cuba castrista di oggi, ai poveracci che per un dollaro al giorno lavorano moltissime ore nel caldo e nell'umidità delle fabbriche di tabacco. viene disposto un servizio di lettori che mitiga la noia attraverso la lettura di classici. E anche nella Francia delle tricotoeuse si alternavano decapitazioni di nobili politici alla lettura degli illuministi. Non so cosa accadrà a Cuba e neanche ai nostri nobili politici ma, senz'altro, l'Inghilterra elisabettiana e la Francia rivoluzionaria hanno regalato ai nostri tempi un mondo migliore.

Non esiste crisi e non esiste via d'uscita alla stessa che non passi attraverso la rivisitazione del passato e del presente con la conoscenza che deriva dai libri e dalla cultura in generale (ma cosa è un'opera teatrale o un film se non la rappresentazione di qualcosa di scritto prima?). Consiglio in tal senso la lettura di "Sopravvivere alle crisi" di Jacques Attali.

Il nostro futuro è abbastanza scritto, si dibatterà tra decrescita felice, ritorno all'economia di produzione e di distribuzione localizzate, abbandono dell'Euro oppure fortificazione politica dell'Unione Europea, economia low cost e via discorrendo. Ma come potremo scegliere la strada giusta e soprattutto il nuovo sistema sociale ed etico (dopo i fallimenti successivi di comunismo e capitalismo) senza la giusta dose di conoscenza? Senza esserci confrontati con saggi, romanzi, poesie, opere teatrali e film che sappiano interpretare nel bene e nel male quello che ci succede intorno? Pensate bastino i programmi contenitore e quelli spazzatura della TV? Oppure i mirabolanti virtual reality games di Nintendo e Sony?

Care famiglie italiane, nel misero budget che tasse e prezzi indecenti ci consentono, grattando il fondo del barile e se proprio non resta più nulla rivolgendosi alle tante biblioteche civiche, lasciate spazio per il cibo della conoscenza. Tanto tempo fa si diceva che fosse la mela. Nel carrello, un libro, non occupa un posto maggiore di mezzo chilo di mele... e in questo momento non è lo spazio nel carrello a mancare.

Luigi Traverso


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