venerdì 6 gennaio 2012

Agostino Palmisano presenta: "Epifania di paura e patriottismo"

Una befana vista dall'occhio inceneritore di uno degli scrittori più provocatori e irriverenti del web


Nel farvi gli auguri di Natale e felice anno nuovo m’ero preoccupato di far sapere a chi di dovere che mi sarebbe piaciuto ricevere in dono un bel machete, cosa che puntualmente non mi è stata regalata. Ho avuto calzini, mutande e roba così. Uno di quei pochi che s’è preso la briga di leggere l’articolo m’ha poi chiesto il perché di tale bizzarra richiesta. In poche parole cercerò di spiegarmi senza creare equivoci.
Un’arma del genere non mi serve per far strage di chissà chi, magari di nemici personali, di politici all’uscita del parlamento, di imprenditori ladri e schiavisti o cose così. Certo che no, non sono un giustiziere e non ho l’ambizione di divenire un eroe. Perché, pensate solo per un istante, se lo facessi di sicuro sarei visto da tutti come un eroe. Immaginate cosa vorrebbe dire apparire in tv con la testa mozzata di Scilipoti brandita a mo’ di trofeo da me medesimo, magari tutto insanguinato, che urlo Viva l’Italia, che canto l’Inno di Mameli o scempiaggini simili?
No non voglio fare nulla di tutto ciò. Il machete mi serve per arredare la mia misera stanza udinese, tenerla lì in caso ce ne sia bisogno (tipo affettare la playstation in salotto, visto che i miei coinquilini non sanno giocare senza trasformarsi in hooligans arrapati). Oppure il machete potrebbe servirmi per scoraggiare tutti quelli che citofonano dieci volta al giorno, e non è un numero a caso, per dire solamente pubblicità. Ma ci tengo a precisare che li spaventerei soltanto, niente sangue.
Adesso mi direte perché dire tutto questo in un articolo che invece dovrebbe parlare della Befana. Ebbene io non voglio parlare della Befana ma dell’Epifania, l’avvento di un nuovo mondo fatto di pericolo potenziale, l’apparizione rivelatrice della catastrofe imminente mentre tutto scorre come al solito. Quante volte vi siete sentiti dire che questo popolo, ovvero noi disinvolti e menefreghisti cittadini della penisola italica, dà il meglio di sé nei momenti difficili come questo? Io rispondo rigirando la frittata: quale sarebbe il meglio di sé per gli italiani? Quello che sanno fare meglio, cioè evadere le tasse e chiedere raccomandazioni? Oppure, giusto per non essere qualunquisti, il meglio degli italiani consiste nello sfoderare un’inaspettata dignità, un incredibile senso del dovere, un impensabile onestà collettiva?
Insomma, se tutto questo nascesse dalla paura e dal senso del pericolo, potenziale ripeto, allora sarebbe bene che tutti noi andassimo in giro con un machete, magari senza filo e d’alluminio. E con tutti noi intendo gente che anche quando è tranquilla e serena fa il suo dovere, è onesta, è dignitosa (oltre al fatto che sono pure disoccupato). Anche perché poi, diciamocelo veramente, se fossimo almeno un tantino patriottici avremmo deciso già da un pezzo di festeggire il 150° anniversario dell’unità d’Italia comportandoci tutti, almeno per una volta, come gente che ci tiene alla propria nazione. Non ci sarebbe stato bisogno di altro, né parate né mostre né altro. E invece niente, l’anno dei festeggiamenti se n’è bellamente andato in discarica e le cose sembrano seguirlo a ruota.

Ancora Auguri e Buona Epifania … e guardatevi le spalle.


Agostino Palmisano

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