Esce per Arkadia Editore, Honorata cortigiana, l’ultimo lavoro della scrittrice e studiosa Rosa Ventrella, un toccante romanzo storico sulla vita e gli amori della poetessa Veronica Franco.
Nella sontuosa Venezia del tardo Rinascimento la giovane e bellissima Veronica, istruita dalla madre, diventa "onesta cortigiana", frequentando, grazie alla sua bellezza e alla sua intelligenza, il mondo dorato di dogi, patrizi, ricchi mercanti e teste coronate quali Enrico di Valois, il futuro re di Francia.
Le "honorate cortigiane" costituivano, nella Venezia dei secoli d'oro, una categoria sociale oltre che professionale, nettamente distinta da quella delle comuni meretrici. Pur esercitando anch'esse la prostituzione, si distinguevano socialmente non solo perché potevano contare su lauti guadagni e protezioni influenti, ma anche in virtù della loro cultura e talento artistico e letterario, che erano libere di esercitare pubblicamente proprio grazie alla loro particolare condizione.
Divenuta la più ricercata delle honorate, Veronica coltiva anche la sua seconda passione: la poesia, che le apre le porte dei salotti culturali in cui intrattiene rapporti con i maggiori intellettuali del suo tempo, entrando nel novero degli scrittori dell'epoca. Vive ardendo, come lei stessa scrive in una delle sue Lettere, ma nessun amplesso rubato riesce a colmare un profondo senso di vuoto e solitudine che si sente crescere dentro, in una Venezia che vive una fetta importante della sua storia: le guerre contro i Turchi, Lepanto, la caduta di Cipro, la peste, i processi dell'Inquisizione.
Orde di improvvisati predicatori, visionari, frati indovini, animano le strade della città, annunciando oscuri presagi di morte e additando come responsabili le frotte di peccatori che imbrattano di lussuria le locande, dove aleggiano zaffate di sesso e vino che inebriano anche i giovani più pii, i vicoli e i ponti della città, dove le prostitute di malaffare adescano i loro squattrinati clienti, persino i banche delle chiese, dove le cortigiane honeste siedono in prima fila. E, mentre l'ignoranza del popolo va seminando pericolosi germi d'odio, Veronica conosce Federico, un giovane artista, allievo di Tintoretto, una creatura fragile e riservata, i cui occhi trasmettono una solitudine antica e il cui severo cipiglio vela lo sguardo di un'espressione impenetrabile. Nei suoi quadri, però, Veronica ritrova una passionalità travolgente, un lato oscuro che l'affascina e la fa innamorare. Per la prima volta la cortigiana scopre l'amore, ma, insieme, anche la delusione del rifiuto. Federico nasconde un segreto, una verità talmente pericolosa che, se svelata, lo condurrebbe a morte certa. Quando la città viene avvolta dal tetro velo della morte nera, tra l'acre odore dello zolfo usato per le fumigazioni e il puzzo delle pire di morti trascinati via dalle proprie case dai pizzicamorti, Veronica fugge a Roma, compiendo una scelta radicale che la porterà a cambiare tutto il suo mondo dorato. Con il suo ritorno a Venezia, sceglierà di affrontare una sorta di nemesi purificatrice assieme a Federico, perseguitati entrambe: lei, donna libera, come strega, lui, omosessuale, come abominio, entrambe capri espiatori della furia cieca dell'ignoranza.
Una scrittura ricca e colta, capace di farci cogliere profumi e acri aromi, contrasti di splendori dell'opulenta Venezia rinascimentale e ombre inquietanti del perdurante fanatismo medievale. Una storia d'amore insolita e toccante, una storia di intolleranza e pregiudizio per un'opera che coglie l'universalità che rende sempre attuali i grandi sentimenti dell'uomo.
Un libro sensuale e delicato allo stesso tempo, come la sua affascinante protagonista. Da non perdere.
Astrid Pesarino
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