mercoledì 1 dicembre 2010

Ottobre 2010. Inizia ufficialmente l'attività della Tempi irregolari.

Se ne sentiva il bisogno? Beh, noi almeno lo avvertivamo: metterci in gioco con la nostra passione ed esperienza per offrire un contributo alla letteratura. 


Ambiziosi? Forse, ma crediamo che sia ancora possibile scrivere delle buone opere, o, meglio ancora, ne siamo certi, giacché ne abbiamo le prove evidenti, che si faccia ancora buona letteratura. Il difficile forse è trovarne le tracce e scovarla nel mare magnum di quello che viene proposto. Bisogna avere polmoni capaci e immergersi a fondo, ben sotto la superficie che ci viene presentata in una foto patinata. Lì noi vogliamo nuotare. Le regole del mercato le conosciamo: non vogliamo, non è nostro compito, sovvertirle. Anche noi siamo tenuti a rispettarle. Ma in questi tempi irregolari la visibilità di uno scrittore è troppo spesso legata alla sua immagine, quella di uno scritto, di un libro, al personaggio che lo ha prodotto. Un personaggio che non ricerca affatto un autore, perché basta a se stesso. Questo - il marketing, lo scadere del libro, veicolo di letteratura e sinonimo di cultura, a mero prodotto di mercato, a premessa e bozza, quasi, di una futura riscrittura per uno schermo, grande o piccolo, a semplice pamphlet polemico che cavalca l'onda di questo o quello sdegno - non deve essere il presupposto della scrittura.
 
Dunque noi vogliamo - ricordate, siamo ambiziosi - aiutare le voci autentiche e oneste a farsi sentire. E crediamo che per farlo esse debbano risuonare cristalline, siano onde sciabordanti o cavalloni in tempesta. Non bisogna lasciarsi travolgere dalla marea nera di una lingua sgrammaticata e, naturalmente e giustamente in evoluzione, ma cercare di nuotare controcorrente. Insomma nella nostra esperienza abbiamo, come altri, costatato che una cosa è usare un linguaggio irregolare in quanto espressione di tempi irregolari, un'altra usarne uno sciatto per proprie lacune: non è un'accusa, ma una considerazione. Spesso ci si imbatte in buoni soggetti presentati in abiti modesti, se non stracciati. Noi vogliamo essere d'aiuto a ripulirli, senza intaccarli nella loro genuinità e originalità. Crediamo, nell'importanza della forma. Niente panico: non vogliamo scimmiottare Boccaccio o Manzoni. Solo far sì che le idee si plasmino la propria forma.
Le idee appunto. E qui c'è la motivazione che giustifica la nascita del nostro blog... perché non avrete dimenticato che siamo ambiziosi. Vogliamo che esso diventi uno stimolo alla nascita di nuove idee sino a quando esse si creino spontaneamente uno stile. Qui troverete suggerimenti di lettura, di osservazione e, perché no, ascolto. Autori da (ri)scoprire per meditarli e discuterli con noi.
Insomma. Vogliamo lavorare non per voi, ma con voi.
Qualcuno già ci dice: la montagna ha partorito il topolino. Certo, probabile. Ambiziosi sì, e anche autocritici. Ma fra qualche tempo, alla prima tappa di questa esperienza. Intanto noi confidiamo nella capacità che hanno i topolini di riprodursi... e siamo certi che, crescendo la famiglia, il topolino conquisterà infine la montagna!

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