lunedì 20 dicembre 2010

Cos’è un agente letterario?

Molto spesso mi è capitato di incontrare persone, autori compresi, che avevano un’idea molto vaga o errata di cosa fosse un agente letterario.
Quando si parla di agente letterario in Italia è impossibile non parlare della figura di Erich Linder che a partire dall’immediato dopoguerra ai primi anni ’80, rivoluzionò il rapporto tra scrittori e case editrici. Fu infatti li primo agente italiano a rendersi conto dello sfruttamento cui erano soggetti gli scrittori e cominciò a difenderli stipulando regolari contratti e chiedendo anticipi sulle royalties.
Diceva : “Credo che l’autore sia vittima dell’editore, il mio scopo è difendere i suoi interessi.”
“Bisogna tener conto che per un editore un libro che va male è solo un incidente, per un autore può essere la rovina… E spesso l’insuccesso di un libro dipende da motivi di cui solo l’editore è responsabile”: come per esempio una copertina inadatta, la scelta del momento sbagliato per il lancio, un insufficiente lavoro dell’ufficio stampa ecc. (Erich Linder, Fondazione Aroldo e Alberto Mondadori, Milano 2003).
In effetti, per poter scrivere serenamente, gli autori hanno bisogno di essere sollevati da questioni amministrative e l’agenzia letteraria si assume proprio il compito di difendere gli interessi dei propri autori, condurre trattative che portino ad affermare i loro libri, gestire poi l’amministrazione economica che ne consegue. In sostanza l’agente è un intermediario tra la creatività dell’autore e l’industria del libro di cui rappresenta la coscienza di mercato. Essendo, di fatto, un promotore di cultura, più che collocare un bestseller sul mercato dovrebbe costruire percorsi stabili e duraturi per gli autori, tutelandoli e promuovendoli nel tempo.
Negli ultimi anni nel nostro Paese si è assistito a forti mutamenti: concentrazioni editoriali, nascita di grandi gruppi, progressiva scomparsa di quella familiarità ed artigianalità che a lungo ha caratterizzato il nostro mondo editoriale. Contemporaneamente, sono mutati i cosiddetti “mestieri del libro”: tra questi, anche la figura dell’agente letterario, che oggi gode di una maggior accettazione e viene considerato per molti aspetti una figura “irrinunciabile” dagli editori e dagli scrittori. Non più soltanto lo specialista dei contratti, il controllore dei rendiconti, l’esattore di royalties, ma un operatore editoriale a tutto tondo, capace di aiutare i propri clienti a condurre nel miglior modo possibile ogni momento della vita di un libro, dalla progettazione alla stesura, dalla lettura alla valutazione, dall’editing alla promozione pubblicitaria, in Italia e all’estero.
Ovviamente deve seguire e conoscere a fondo questo settore editoriale operando una ricerca costante, partecipando a fiere, convegni, curando la realizzazione di interviste e rassegne stampa.
Sostanzialmente le sue tre funzioni principali nella filiera editoriale sono: la ricerca di autori (già affermati o no) nazionali da proporre sul mercato nazionale o stranieri da proporre sul mercato nazionale, autori nazionali da proporre a mercati stranieri; la ricerca dell’editore giusto, la tutela dell’interesse economico, ma anche e soprattutto professionale dell’autore.
Il rapporto tra agente e autore comincia con la lettura del manoscritto di cui è il primo lettore critico che ne valuta l’efficacia, il valore culturale e letterario e il possibile impatto sul mercato editoriale, provvedendo ad una scrematura del mare magnum di manoscritti proposti da sedicenti scrittori, alla ricerca dei testi validi da pubblicare, promuovere e diffondere.
Valuta quali possono essere gli editori più adatti al testo (è suo compito tenere costantemente sotto controllo le politiche editoriali, le collane, le pubblicazioni delle varie case editrici) che possano rappresentare l’autore nel tempo e cura che esso sia presentato nella sua forma migliore. I suoi interessi infatti, coincidono con quelli dell’autore e quindi tende a non proporre l’opera all’editore finché questa non è giudicata pronta per il mercato: questo costituisce anche una garanzia per l’editore, che quindi preferisce prendere in considerazione opere presentate da agenti. Infatti il contatto con le case editrici è fondamentale: l’agente letterario vende agli editor, e per riuscirci deve godere di credibilità ed autorevolezza, di assoluta professionalità e discrezione.
L’agente segue poi la gestione delle opere all’interno delle case editrici, tutelando l’autore fino all’auspicata firma del contratto di pubblicazione: suo compito principale è quello di stipulare i contratti con gli editori per conto dell’autore, di verificare che vengano onorati correttamente e di seguire gli aspetti amministrativi che ne derivano (pagamenti di anticipi e rendiconti).
Infine si adopera perché l’editore svolga al meglio il ruolo di promotore dell’opera presso tutti i canali (forza di vendita, media) contribuendo alla notorietà dell’autore.
L’attenzione dell’agente per la carriera del suo autore è evidente: è questi, e nessun altro, che lo paga con una percentuale sui suoi proventi. Dunque, più l’agente riesce a far aumentare i proventi dell’autore, più egli guadagna.
Ma il rapporto che l’agente instaura con l’autore non è e non deve essere un rapporto di semplice natura contrattuale, ma diventa di sostegno, critica, incoraggiamento, freno, affinché l’autore possa dare il meglio di sé e non si svenda, e affinché in certi casi accetti anche logiche a lui incomprensibili, ma che l’agente, con la sua conoscenza del mercato, crede opportune in determinati momenti.
Bibliografia: L’agente letterario da Erich Linder a oggi, a cura della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Milano, Edizioni Sylvestre Bonnard, 2004.
Barbara Griffini, Diritto d’autore, agente letterario e traduttore nella filiera editoriale, Udine : Forum, 2006 (Lezioni e letture ; 9).
Articolo di Job on line.

Astrid Pesarino

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