martedì 3 aprile 2012

Lo scrittore Alojz Rebula vince il Premio Mario Rigoni Stern 2012

L’Agenzia letteraria Tempi irregolari è lieta di annunciare che ALOJZ REBULA, uno dei nostri autori di punta, ha ricevuto il premio MARIO RIGONI STERNI per il romanzo NOTTURNO SULL’ISONZO (Edizioni San Paolo), splendidamente tradotto da Martina Clerici. Il premio è stato conferito all’Autore a Riva del Garda a coronamento di una serata in cui ampio spazio è stato dedicato alla figura di Rigoni Stern, presenti la consorte, i figli e la sorella.
Giusto riconoscimento ad uno dei massimi autori di lingua slovena, nato a San Pelagio (TS) nel 1924, la cui opera presenta, nel rapporto con la natura, alcune affinità elettive con quella di Rigoni Stern.
Di Rebula, a proposito di quello che è considerato il suo capolavoro, Nel vento della Sibilla, CLAUDIO MAGRIS ebbe modo di scrivere “il romanzo storico – simbolico - religioso (di Rebula) offre una parabola di quel conflitto fra universalità e particolarità, fra unità e differenza che è il conflitto del nostro tempo: il suo personaggio, un barbaro iazigo catturato dai romani (che lo sradicano con violenza dal suo popolo, ma anche lo immettono – attraverso questa barbara violenza – nella classicità e nella cristianità) è la personificazione di quel dissidio fra la singolarità e la totalità. In tal modo il romanzo di Rebula (…) trasforma una tematica di remota origine locale in una metafora del mondo.” In tutta l’opera rebuliana la Storia è momento fondamentale, vera Musa ispiratrice e metafora della contemporaneità. Alojz Rebula è stato infatti testimone dei tre totalitarismi del secolo scorso: fascismo, nazismo e comunismo.
Così il protagonista del romanzo vincitore, ispirato dalla figura realmente esistita di un sacerdote, si trova a fronteggiare questa triplice lotta ed in qualche modo rimane sconfitto per tre volte: dal fascismo che lo confina all’esilio, dal nazismo che lo condanna al lager, dal comunismo che lo uccide. Ma vincitore nella sua umanità e nella sua fede.
Nel corso della sua lunga carriera di scrittore Rebula ha in diversi romanzi fatto ricorso alla Storia quale argomento: Il verde esilio incentrato sulla Figura di Enea Piccolomini, Domani il Giordano che ripercorre il viaggio del popolo ebraico oltre il Mar Rosso, Maranathà ovvero 999, ambientato nell’anno 999 nel luogo simbolo in cui si dice suoneranno per prime le trombe del giudizio: San Giovanni in Tuba in prossimità di Duino, sino all’ultimo romanzo Četerovjce, sulla rivoluzione vandeana.
 Nel romanzo vincitore ampio spazio trova l’altra tematica centrale in Rebula: la fede. Un fede salda e forte, eppure umanissima e poeticissima testimoniata dal protagonista Florijan Burnik. Ma – raccomandando la lettura di quest’opera e, seppure, di difficile reperibilità, della raccolta di novelle LA VIGNA DELL’IMPERATRICE ROMANA pubblicata nel 2011 dall’editore MLADIKA – www.mladika.com – vogliamo ricordare le parole con cui Rebula si richiama a Rigoni Stern e al tempo stesso si definisce, orgogliosamente testimoniando dal sua fede. Rammentando la comune passione per la natura e i boschi (ogni giorno, finché potevo camminare, dopo pranzo andavo nei boschi, che ci fossero o meno funghi ha raccontato Rebula – e rimandiamo alla citata raccolta per approfondire il suo rapporto con la natura) l’Autore ha infatti detto: come Rigoni Stern riconosceva nel bosco un tempio, anche io sento il forte richiamo di questo tempio boschivo, ma a differenza di lui sento che è un tempio effimero. E io voglio un tempio eterno.
Rebula è autore stilisticamente raffinatissimo, vario e ricco nel linguaggio, poetico nell’espressione, rigoroso nell’esposizione del pensiero, non ancora giustamente conosciuto dai lettori italiani; questo riconoscimento e i due volumi di saggistica in uscita sempre per i tipi di San Paolo, saranno certo uno sprone per lettori e prima ancora, ci auguriamo, per gli editori perché approfondiscano una voce importante della letteratura slovena che non può essere ridotta al nome, seppure altissimo, di Boris Pahor, che ci onoriamo di rappresentare, ma che vanta appunto un paesaggio ampio e rigoglioso ricco di numerose vette, molte delle quali ancora inesplorate, di piante mature e di un rigoglioso sottobosco in fermento.
Alojz Rebula, testimone delle tragedie del secolo XX, cantore della Storia, poeta dell’umano. A Lei, carissimo professore, le nostre congratulazioni vivissime e il nostro Grazie per la fiducia dimostrataci.

Stefano Bisacchi

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