sabato 22 gennaio 2011

Un libro per riflettere: “Libertadora!” di Toni Klingendrath


Proprio in questi giorni in cui i media ci offrono notizie di squallidi intrecci tra sesso e politica, da cui emerge un’immagine avvilente e avvilita della donna,  suggeriamo di leggere "Libertadora!" dello scrittore triestino Toni Klingendrath, pubblicato nel 2010 da Stampa alternativa.
Chi è questa Libertadora? Si tratta di Manuela Sáenz de Thorne, (Quito, 27 dicembre 1797Paita, Perù, 23 novembre 1856) definita dallo storico venezuelano Denzil Romero “la donna più importante nella storia dell'America Latina". Bellissima, passionale, spregiudicata, contribuì a liberare Lima dagli Spagnoli meritando di essere insignita dal generale Josè de San Martin dell’Ordine del Sole del Perù e quindi divenne l’amante e più stretta confidente dell’eroe Simón Bolivar, lottando accanto a lui per la liberazione del Sud America e salvandolo da un complotto (proprio in seguito a questo avvenimento venne soprannominata "Libertadora del Libertador").
 Klingendrath ci regala la possibilità di conoscere da vicino questo splendido personaggio, in un toccante romanzo. A fianco di un giovane Giuseppe Garibaldi giunto in visita a una Manuela al tramonto della sua vita, ridotta su una sedia a rotelle, in ristrettezze economiche ma sempre piena di fascino e dignità, ci sediamo ad ascoltare la storia di un’impresa epica e di un grande e tormentato amore che continua ancora 26 anni dopo la morte di Bolivar. Manuela, rimasta sola, come una sorta di vestale, conserva infatti la memoria del suo uomo e delle sue imprese in un grande archivio epistolare di cui è gelosa custode.
E quando si chiude questo bel libro ci assale un velo di tristezza pensando quanto una donna possa dare alla politica e alla storia e se è anche bella non per questo ha il dovere di essere solo un oggetto sessuale. Certamente Manuela non ebbe vita facile e diede abbondante materiale da pettegolezzo alle malelingue dell’epoca: conviveva more uxorio con Bolivar pur essendo sposata con un inglese, fumava, andava in giro a cavallo armata e vestita da uomo. Bolivar stesso ebbe modo di dire di lei: "Cavalca come me, è abile nel maneggio delle armi, padroneggia Tacito e Plutarco!” e ancora la definì “adorabile matta”. Ma non ebbe mai vergogna di sé stessa perché seguiva il suo istinto, il suo cuore e i suoi ideali e non certamente la smania di denaro e potere. Fu dunque una femminista ante litteram e le donne di oggi dovrebbero tener presente che è proprio per merito di eroine come Manuela che oggi possediamo diritti che non dovrebbero mai essere dati per scontati. D’altra parte la sua storia, assai poco conosciuta in Italia, fa anche comprendere come l’intrepido coraggio di quella studentessa universitaria di Guadalupe, Marisol Valles Garcia che assumendo l’incarico di Capo della Polizia, ha deciso di sfidare i narcos della sua città, abbia in America latina radici molto antiche e il suo bel viso fiero ricorda in modo significativo il volto della Libertadora raffigurato nei ritratti
Un altro particolare che fa riflettere è considerare con malinconia come gli sforzi degli ideali di grandi eroi siano destinati a crollare sotto la spinta di grevi interessi economici e politici: il sogno di un’America latina unita di Bolivar che si disgrega immediatamente dopo la sua morte e l’unità italiana per cui tanto ha lottato Giuseppe Garibaldi che cede miseramente sotto i colpi del federalismo.
Consigliamo dunque la lettura di questo libro molto ben scritto, con un linguaggio semplice e incisivo e accuratamente documentato a chi ha voglia di incontrare, almeno sulla carta, delle belle persone, con cui condividere l’incanto di grandi ideali e passioni sincere e pensare che sono esistite e forse potranno esistere ancora uomini e donne così, con grandi qualità e grandi difetti, ma che si vorrebbe davvero conoscere e magari diventarne amico.

Astrid Pesarino 


2 commenti:

  1. Il problema odierno, forse tutto italiano è che la gente per bene, onesta, con valori saldi, ormai è rifiutata dalla politica e, al tempo stesso in tali persone forse che quasi una sorta di vergogna ad entrare in certi giochi. Ed io non saprei come dar loro torto.

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  2. Vorrei aggiungere che purtroppo, sempre più, al di là di tante parole, la gente per bene, onesta, con valori saldi, ormai è rifiutata dalla politica e da molti altri ambiti, quelli che hanno espresso e tutt'ora appoggiano quella stessa politica: quelli che con un sorriso patinato, sguaito e sciatto vanno oltre l'onestà intellettuale e morale delle persone, che considerano onesto e lecito ciò che fa da puntello a un successo raggiunto ad ogni costo. Quello che vediamo sulla scena politica, lassù in alto, abbassando lo sguardo e volgendolo intorno a noi lo scorgiamo, almeno così a me capita, con orrore ogni giorno in tanta gente che ci circonda, anche in certi miei vicini di casa.

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