Non sono né un esperto di noir né di strategie editoriali (nella vita faccio il disegnatore meccanico). Ho aperto il blog Noir Italiano perché sono un accanito lettore di gialli e polizieschi ambientati in Italia. Mi piace leggere storie che si svolgono in luoghi che ho visitato e che affrontano tematiche che conosco e che ho vissuto. Eppure, da quando è partito il blog, mi sono reso conto di quanto questo genere sia maltrattato e malvisto.
A parte un cretino che mi ha scritto, visto che parlo di noir
esclusivamente italiano, se per caso io sia fascista, anche le case editrici
non scherzano. Quotidianamente mi arrivano mail che mi avvertono dell’uscita di
un nuovo noir e mi chiedono di pubblicizzarlo sul blog. Io, per una questione
di etica (non mi piacciono le marchette), non pubblicizzo niente che non abbia
letto o conosciuto, però vado sempre a sbirciare ciò che mi viene proposto.
Scopro così che si tratta del nuovo romanzo di “Ektor Sconnellenung”,
sconosciuto autore norvegese che ambienta le sue storie a Oslo. Sarà anche
bravissimo, non lo metto in dubbio, ma perché le case editrici privilegiano un
norvegese piuttosto che un buon autore nostrano?
Altro caso è quando mi viene inviata una mail dall’ufficio stampa di una
case editrice che mi chiede se sia interessato a recensire il nuovo noir di un
autore italiano. Certo, dico, è per questo che ho aperto il blog. Mi arriva il
libro a casa e cosa scopro? Che la storia è ambientata a New York e ha per
protagonista John, cinquantenne reduce dal Vietnam (un reduce tra l’altro che
fa colazione con il caffè espresso e ama il calcio, tanto per dire quanto sia
veritiera l’ambientazione). Ma dico io, perché un autore non deve parlare di
quello che conosce? Perché fa così schifo far svolgere una storia nera a
Genova, Gorizia, Portofino?
Eppure in Italia di luoghi noir ce ne sono tantissimi, anche la mia
tranquilla e sonnacchiosa Monza è piena di viuzze dove si potrebbe consumare un
omicidio, eppure l’editoria snobba queste cose, privilegiando migliaia di cloni
di Dan Brown con mattoni sulla Sindone o su vangeli apocrifi.
Il noir italiano è così provinciale? Ai lettori l’ardua sentenza.Omar Gatti
Caro Omar, quello che dici è vero, ma negli ultimi tempi, fortunatamente, abbiamo notato un'inversione di tendenza. C'è un maggiore interesse nell'editoria per il noir e giallo con ambientazione italiana. Alla fiera del libro di Torino gli editori stranieri erano particolarmente interessati proprio a questo genere di letteratura. Sarà un piccolo miracolo dovuto al successo globale di Camilleri? Forse non è un caso e fa ben sperare.
RispondiEliminaAstrid Pesarino