Ognuno di noi ha un suo modo
speciale di considerare e catalogare gli scrittori. Io considero un grande
scrittore colui che racconta di me meglio di me. Credo che siano centinaia o
migliaia o milioni gli autori che dicono che in ogni storia c'è un pezzo della
nostra. Io sono in pieno accordo con questo assioma e ciò nonostante non riesco
ad affezionarmi a tutti i grandi scrittori.
Alla fine quelli con cui ho un
vero rapporto di rispetto e intimità sono pochi, pochissimi, quei quattro o
cinque che davvero mi hanno cambiato e mi hanno accolto con umanità. Su tutti
spicca forse Carlo Levi che col su Cristo si è fermato ad Eboli: non solo
mi ha raccontato meglio di me, ma ha detto tutto quello che nemmeno osavo
pensare del mio mondo e dei miei luoghi. Attraverso la povertà e le meschinità
da lui raccontate, le nebbie del mio cuore sono evaporate e il cielo stellato
ed infinito è esploso nella limpidezza che tutto vede e sopporta.
Se uso uno stile quasi aulico è
perchè mi sono imposto il rispetto verso quest'uomo che tanto ha dato
all'Italia e che è ricambiato oramai con l'oblio che mi torce le budella
facendomi ancor di più disprezzare una così stupida patria. E a questo senso di
oblio ho deciso di oppormi, nel mio piccolo certo, creando questo blog,
DESERTOITALIANO, con l'intento di coinvolgere i miei amici non lobotomizzati
per cercare una comunicazione speciale con l'uso del web. Lo so che di blog ce
ne sono miliardi, anzi biliardi, ma noi ce ne freghiamo e attraverso quel po'
del nostro sapere ci opponiamo alla vita quotidiana fatta di inciviltà e
menefreghismo. Con DESERTOITALIANO abbiamo creato una piccola comunità, che si
spera sempre in espansione, ma va da sè che l'universo tende all'entropia.
Chiunque può fantasticare sul
nome e, per la verità, il significato è fin troppo evidente: siamo come un'oasi
nel nulla, una delle tante oasi disseminate nell'universo. In realtà non è solo
così. Se si va a fare un giretto sul blog e si comincia a cercare troverete
quanto segue: "Cos’è DESERTOITALIANO? E’ un
luogo d’approdo e di partenza. Qui si collabora, si partecipa e non si fanno
troppe cerimonie. Qui tutto è semplice e chi non condivide non è ben accetto.
Nel deserto culturale che ci attornia, desideroso di inghiottirci, noi
opponiamo resistenza fisica e mentale. E questa oasi accoglie tutti, purché
civiltà, educazione e rispetto vigilino nelle coscienze di ognuno.
DESERTOITALIANO è un’oasi dove la calma e la frescura aiutano i viaggiatori del
web a ritemprare i propri circuiti neurali sovraccarichi del caos e
dell’affanno della contemporaneità digitale, stanchi della tempesta di sabbia
che accieca e confonde. DESERTOITALIANO è una comunità di individui dal passo
lento e dalla vista acuta uniti dalla voglia di raccontare una storia fatta di
storie, ognuno col suo incedere, col suo tibro unico e deciso. DESERTOITALIANO
cerca di riscoprire la condivisione del sapere, senza egoismi e vanità, nella
speranza che ciò serva a tutti, tenuti in vita da una coscienza collettiva
sempre più fragile."
A
questa sorta di dichiarazione d'intenti, infine, aggancio quella che è in
realtà la scintilla che ha dato via a tutta la faccenda. Questa scintilla è una
citazione, già presente sul blog, da Carlo Levi. L'incipit del suo libro
L'Orologio recita così: "La notte, a Roma, par di sentire ruggire i
leoni. Un mormorio indistinto è il respiro della città, fra le sue cupole neree
i colli lontani, nell’ombra qua e là scintillante; e a tratti un rumore roco di
sirene, come se il mare fosse vicino, e dal porto partissero navi per chissà
quali orizzonti. E poi quel suono, insieme vago e selvatico, crudele ma non
privo di una strana dolcezza, il ruggito dei leoni, nel deserto notturno delle
case. [...]"
benvenuti in DESERTOITALIANO.
Agostino Palmisano
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