Buona lettura!
Cinque
«Non starò a nascondermi
dietro un dito. Anche perché è giunto il momento che il gioco cessi: vorrei
evitare che ne nasca un’inchiesta giudiziaria ufficiale».
«Come, lei non voleva distruggere
pubblicamente Mastrangelo?» Santonastasio scuote la testa a chiedere
spiegazioni. L’altro coglie e prosegue calmo:
«Mi ha preso per un pazzo? Finché
l’unico ad indagare era lei, un investigatore privato, bene... ma oltre non si
va. Ho in programma di smentire tutto, quanto prima, in una conferenza stampa».
«Mi sembra il minimo. E con lui come
intende comportarsi?»
«Stasera gli confesserò ogni cosa a
quattr’occhi».
«Non crederà mica che la perdoni cosí
facilmente... lei lo ha portato... decisamente sull’orlo del baratro».
«Resterò disoccupato, certo. Tanto
fra un anno vado in pensione».
«Rischia di andarci in manette. Non
per causa mia, ovviamente. A me basta chiamarlo e confermargli i sospetti che
avevo su di lei, poi quel che vuole fare fa, io ho finito il mio lavoro. Ma che
senso ha, concludere una carriera e un’amicizia in questo modo?»
«Ha senso proprio perché è il finale. Nei film che piacciono a me,
nell’ultima scena gli attori principali si denudano... cercano di esprimere
liberamente quel briciolo di verità che hanno scoperto, magari l’uno
nell’altro, durante la storia. Una storia durata trent’anni, nel nostro caso».
«Lei mi sembra persona sincera e
integra. Come ha fatto a tacere per tutto questo tempo l’odio che portava per
l’artista che rappresentava?»
«Odio? Tutt’altro».
«Come definirlo allora?»
«Ha un amico vero, lei?»
«Conoscenti molti, anche buoni, ma
proprio amici intimi... li ho lasciati fra Siracusa e Roma», ammette
Santonastasio.
«Se li è persi per strada, giusto?»
«...»
«Inghiottiti dal nulla, capisco,
succede a molti. Tuttavia io, poiché ne ho la possibilità, ho deciso di non fare questa fine. E salvare da se
stesso un amico, credo sia la miglior credenziale per ottenere almeno uno di
due possibili risultati finali: o allontanarselo definitivamente, o portarlo a
capire che gli vuoi bene anche oltre la sua volontà».
«Continuo a non capire».
«Cercherò di essere piú chiaro:
l’odio si sta mangiando Toni senza che lui se ne accorga. Crede di gestirlo,
invece di anno in anno ne è consumato. E i suoi spettatori con lui».
Carlo Orgosolo abbassa lo sguardo
sull’aperitivo e prende a giocherellare con la fettina d’arancio, in bella
mostra a cavalcioni sull’orlo del bicchiere. Il bar di Colchi Ametista ha solo
tre tavolini esterni, al momento vuoti eccetto quello in cui siedono i due
uomini. L’agente, per quanto molto curato, dimostra tutti i suoi sessantacinque
anni.
«Ma la spinta decisiva che mi ha
portato, un mese fa, a pianificare questa messinscena me l’ha data una
constatazione: che Toni l’avrebbe creduta vera, reale».
«A me, signor Orgosolo, sembra che
lei abbia ottenuto soltanto un effetto: far diventare ancora piú furibondo il
suo amico, alimentare il suo odio, non certo diminuirlo».
«Va bene anche cosí: questa è stata
la prima volta che quel ragazzino di quarantadue anni abbia sperimentato su di
sé gli effetti del male... con cui ha giocato tutta la vita. Adesso, se ci
rifletterà un attimo, Toni avrà la riprova che l’odio e la violenza possono
passare da un film alla realtà e non solo viceversa, come accade di norma. La
nostra è una società basata sull’emulazione. E i personaggi malvagi sono i piú
facili da imitare perché dànno agli stupidi e ai mediocri l’illusione di poter
uscire, senza troppi sforzi, dall’anonimato e dal grigiore in cui sono immersi
quotidianamente. Spari a qualcuno e
diventi una star: lo stanno capendo tutti, ormai, questo slogan, dopo
tanti, troppi decenni che i mass media esaltano i criminali finti... magari
condannati ma sempre esibiti, dunque protagonisti. Cioè eroici. Belli».
«Mah... solo pochissimi squilibrati
divengono mitomani o assassini per colpa dei film».
«Non cosí pochi, dicono le cronache.
Li legge assiduamente i giornali, lei?»
«Non piú di un paio di volte a
settimana. Preferisco la poesia greca o romana».
«Cinema, stampa, Internet e tivvú:
nel complesso una gigantesca cassa di risonanza del male che genera replicanti. Il bene
non fa notizia e non vince premi ai festival, non viene considerato arte né
cronaca da mettere in risalto. Vede? Lei, Santonastasio, vuole tenersi distante
dal male, perché, da persona moralmente forte e caratterialmente stabile, oltre
che non piú giovane, sente che ne potrebbe essere sedotto e assorbito. Ma la massa
non è come lei... come noi due. La gente vuole, sia dalla cronaca giornalistica
che dalle opere d’arte, solo sangue e sesso. La massa è fatta di topi di
laboratorio passivi a qualsiasi esperimento dei cosiddetti artisti. Persino
Toni – artista non superficiale, persona sensibilissima e fine psicologo, mi
creda – persino lui, dico, si è lasciato coinvolgere dal suo personaggio al
punto da entrare in combutta con un gruppo di volgari satanisti erotomani...
che prima o poi ammazzeranno qualcuno sul serio. E lí cominceranno i guai seri
per Toni».
«Cosí lei, Orgosolo, si sta
sacrificando per il bene del suo miglior amico. Crede che Mastrangelo capirà, o
semplicemente andrà dai miei colleghi a denunciarla?»
«Non me ne frega niente. Mi basta di
aver agito secondo coscienza».
«O la va o la spacca», termina il
Nostro insieme al suo Campari senza ghiaccio. E sorride. Mentre il Terzo gli
urla dentro: «Fesso, se mi interpellavi prima ci saresti arrivato in un soffio,
mica col solito lavorío interiore che ti rompe le ossa. Stacanovista dei
miei...»
Epilogo
Dal Corriere della Sera del 22 gennaio 2015,
a pagina 12, in cronaca italiana:
MASTRANGELO
RIAPPARE IN PUBBLICO
MILANO - «Soltanto
illazioni prive di fondamento, diffuse da persone delle quali non conosco né
desidero conoscere l’identità»: cosí ieri l’attore, apparso sereno e in
compagnia del suo agente Carlo Orgosolo, in una gremita conferenza stampa nella
sede della ABL Cinematografica, l’azienda che sta producendo, insieme a dei
colossi americani, il suo prossimo film. Ma non è tutto perché Mastrangelo, oltre
a liquidare le voci girate insistentemente in queste settimane che, tra
l’altro, lo davano vittima di una persecuzione da parte di ignoti ricattatori
(per approfondimenti vedansi CdS del
13 e del 16 gennaio scorsi ed intervista a Mastrangelo qui nello Spettacolo), ha desiderato anche fornire
alla stampa una anticipazione, che riportiamo non senza un pizzico di stupore:
«Questo sulla Grande Guerra sarà il mio ultimo film: passo all’editoria
fondando, in società con il mio caro amico Carlo, la Mastrangelo & Orgosolo
Libri, MOL. Il primo titolo, in
uscita a fine marzo, sarà un romanzo per ragazzi». Come commentare? Poveri
figlioli!
(© Sergio Sozi. Lubiana, iniziato a giugno e terminato il 26 agosto
2014)
Oggetti
volanti (poesie – FRA.RA., Perugia 2000. Segnalazione Premio Sandro Penna
1999)
Il maniaco e
altri racconti (Valter Casini Editore, Roma 2006. Racconto eponimo
segnalato nel 2002 dal Premio Trieste Scritture di Frontiera)
Il menú
(romanzo – Alberto Castelvecchi Editore, Roma 2009)
Ginnastica
d’epoca fredda (saggio e racconto eponimo – Historica Edizioni, Cesena
2009)
Intervista a
Claudio Magris (ib. 2009)
Il filosofo e
il giullare – intervista a Umberto Galimberti (ib. 2011)
Allora...? Delusi? Soddisfatti? Critici? Arrabbiati? Troppa morale... poca morale... morale superficiale... dannosa... utile... ecc... ditemi un po'.
RispondiEliminaCaro Sergio, complimenti. A me e' piaciuto molto. Questo finale davvero non me l'aspettavo, ma devo dire che il migliore che tu potessi scegliere.
RispondiEliminaMi auguro che ci sorprenderai ancora con un'altra opera.
Un cordiale saluto.
Sandro
Grazie per l'apprezzamento. Questo mio ultimo racconto, stilisticamente per me e' quasi una novita', poiche' ho tentato di applicare - a modo mooolto mio certo! - le coordinate stilistiche di ''minimalisti'' quali Raymond Carver. Sta a dire che ho cercato di far emergere tutto dai dialoghi, limitando al massimo le descrizioni dei colloquianti. Insomma tutte le connotazioni - sentimenti, emozioni, atteggiamenti corporei ecc. - sarebbero dovute esalare agli occhi del lettore tramite le loro parole. Ed anche gli eventi sono stati ridotti al minimo indispensabile. Esperimento riuscito?
RispondiEliminaGentili saluti